Arena di Verona Opera Festival 2023
29 luglio – 5 e 10 agosto – 1 settembre
di Chiara Grace Di Vito
Come parte del programma per le celebrazioni del centenario dell’Arena di Verona Opera Festival, lo scorso 29 luglio è andata in scena, nel celebre allestimento del 2006 firmato da Hugo De Ana, la prima della Tosca di Giacomo Puccini. «Questo capolavoro, costituisce uno spettacolo ideale tanto per gli esperti quanto per chi viene all’Arena per la prima volta – commenta Cecilia Gasdia, Sovrintendente della Fondazione – inoltre si inserisce nell’omaggio che Fondazione Arena sta preparando per il centenario di Puccini, che ricorre l’anno prossimo».
La storia di Tosca – il cui libretto è ispirato al dramma omonimo di Victorien Sardou, rappresentato per la prima volta il 24 novembre 1887 al Théatre de la Porte-Saint-Martin di Parigi – si svolge il 17 giugno 1800 a Roma, a pochi giorni dalla vittoria di Napoleone a Marengo e dal conseguente ripristino dello Stato Pontificio. Angelotti, ex console della Repubblica Romana, evaso dalla prigione di Castel Sant’Angelo, si rifugia nella basilica di Sant’Andrea della Valle, dove lo attende il pittore Mario Cavaradossi, suo complice. La cantante Floria Tosca, amante del pittore, si trova suo malgrado coinvolta nella vicenda quando il Barone Scarpia, capo della polizia pontificia, si serve della sua gelosia per catturare il fuggiasco.
Scene dalla Tosca, foto di Ennevi studio fotografico 2023 ©Fondazione Arena di Verona
Mario viene imprigionato, interrogato e torturato, finché Tosca, costretta da Scarpia a sentire le grida di dolore dell’amato, stremata dalle sue urla, rivela il nascondiglio di Angelotti. Alla notizia della vittoria di Napoleone, Cavaradossi è condannato a morte, ma Scarpia offre a Tosca una via d’uscita: egli assicura a Tosca che avrebbe dato ordine ai suoi gendarmi di utilizzare armi caricate a salve per la fucilazione del Cavaradossi, e che avrebbe firmato per loro un salvacondotto per fuggire da Roma, a patto che ella si conceda a lui. Ottenuto il salvacondotto, Tosca pugnala Scarpia, certa di poter fuggire e compiere il suo sogno d’amore con Mario. All’alba Tosca informa Mario della fucilazione simulata, che però non si rivelerà tale, avendola lo stesso Scarpia ingannata e dato ordine ai suoi soldati di giustiziare realmente il Cavaradossi. Ormai ricercata dalla polizia e sconvolta dalla morte dell’amato, Tosca sceglie di morire gettandosi dal parapetto di Castel Sant’Angelo.
Sebbene immersa negli avvenimenti politici dell’epoca, la vicenda di Tosca ruota attorno alla storia personale dei tre personaggi di Tosca, Cavaradossi e Scarpia. Con una messa in scena senza tempo, Hugo De Ana riesce a conciliare le dinamiche individuali con il contesto storico in cui sono inserite, offrendo un allestimento di grande effetto. Al centro, l’Arcangelo Michele incombe come presagio del triste epilogo del dramma, con cannoni e crocefissi che adornano il palcoscenico. La scena corale nel finale del primo atto è sicuramente uno dei momenti di più grande impatto dell’opera: preti e diaconi in preghiera, figure di ecclesiastici incappucciati e vescovi si affacciano come statue dalle aperture della basilica nel fondale della scena, mostrando croci incastonate ed intonando il coro del Te Deum. Uno spettacolo sicuramente tradizionale, ma ben integrato nello spazio scenico e appropriato per il pubblico dell’Arena, che non ha fatto mancare lunghi e fragorosi applausi.
Te Deum, foto di Ennevi studio fotografico 2023 ©Fondazione Arena di Verona
Sul podio il maestro Francesco Ivan Ciampa si è destreggiato con la non facile acustica dell’Arena che, specialmente in alcuni momenti nel primo atto, ha messo alla prova la potenza vocale dei cantanti. La coppia Tosca-Cavaradossi, interpretata dai compagni sulla scena e nella vita Aleksandra Kurzak e Roberto Alagna, ha saputo emozionare il pubblico nelle celebri romanze dell’opera: Recondita armonia, Vissi d’arte e E lucevan le stelle. Sicuro e pulito nella dizione il baritono Luca Salsi che, nei panni del Barone Scarpia, si è confermato un interprete pucciniano di carattere. A completare il cast Giorgi Manoshvili (Cesare Angelotti), Giulio Mastrototaro (Il Sagrestano), Carlo Bosi (Spoletta), Nicolò Ceriani (Sciarrone) e Dario Giorgelè (Un Carceriere). Toccante il canto del pastore interpretato da una giovanissima Erika Zaha in apertura del terzo atto. Lunghi applausi anche per l’orchestra, per il coro della Fondazione Arena di Verona, diretto da Roberto Gabbiani, e per il coro delle voci bianche A.d’A.MUS, diretto da Elisabetta Zucca.
Una menzione d’onore va fatta alla Fondazione Arena di Verona che, dopo cento anni, è ancora capace di avvicinare all’opera un pubblico realmente eterogeneo, che si presenti con un griffatissimo abito da sera o portandosi un panino fatto in casa da gustare tra un atto e l’atro, ricordando anche ai più altezzosi che l’opera nasce come un intrattenimento popolare e che così dovrebbe restare.
TOSCA
Melodramma in tre atti
Musica di GIACOMO PUCCINI
Libretto di GIUSEPPE GIACOSA e LUIGI ILLICA
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Direttore | FRANCESCO IVAN CIAMPA
Regia, scenografia, costumi, luci | HUGO DE ANA
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Personaggi e interpreti
Floria Tosca | Alessandra Kurzak
Mario Cavaradossi | Roberto Alagna
Il Barone Scarpia | Luca Salsi
Cesare Angelotti | Giorgio Manoshvili
Il Sagrestano | Giulio Mastrototaro
Spoletta | Carlo Bossi
Sciarrone | Nicolò Ceriani
Un carceriere | Dario Giorgelè
Un pastore | Erika Zaha
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Orchestra, Coro e Team Tecnico | Arena di Verona Opera Festival
Maestro del Coro | Roberto Gabbiani
Coro di voci bianche Ad’A.Mus., diretto da Elisabetta Zucca