Villa Necchi Campiglio: un tesoro celato nel cuore di Milano

Villa Necchi Campiglio

Milano, via Mozart 14

Visitabile dal mercoledì alla domenica, dalle ore 10 alle ore 18

Affacciata sull’incrocio tra via Mozart e via Serbelloni, sorge Villa Necchi Campiglio, residenza in perfetto stile anni ’30 a pochi passi dal centro di Milano. In ingresso un piccolo orto urbano accoglie i visitatori con il profumo delle sue erbe aromatiche, per sottolineare come questa non sia la solita polverosa casa-museo, ma un luogo vivo e abitato, così come vollero le sorelle Gigina e Nedda Necchi quando nel 2001 affidarono la loro dimora al FAI.

Villa Necchi Campiglio, foto di arenaimmagini.it 2014 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Si narra che una sera d’inverno Gigina e il marito Angelo Campiglio, persi tra la fitta nebbia di Milano dopo aver assistito a uno spettacolo alla Scala, si ritrovarono per caso davanti a un terreno in vendita e decisero di far costruire proprio lì la loro nuova dimora in città. Questo almeno racconta la leggenda. Certo è che, per la nota famiglia di industriali pavesi, trasferirsi a Milano stava diventando una vera e propria necessità. E quale miglior posto se non quell’area che, a pochi passi da corso Venezia, riusciva a conciliare l’esigenza di una residenza di campagna con la vicinanza al cuore della città? La decisione fu presto presa e nel 1930 la famiglia affidò il progetto a Piero Portaluppi, l’archistar che all’epoca stava ridisegnando quell’area della città in rapida espansione. Il suo stile razionalista – caratterizzato da una sintesi di linee asciutte, contaminate da elementi marittimi e astrologici (basti pensare alla finestra a stella della facciata) – è stato in grado di allestire il palcoscenico perfetto per quella famiglia che desiderava appartenere a pieno titolo all’alta società milanese.

L’ingresso, foto di arenaimmagini.it 2014 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Villa Necchi Campiglio, dunque, fu concepita come un’abitazione elegante e al passo con i tempi, in cui comfort ed efficienza si conciliano perfettamente con un’estetica moderna e funzionale. Nell’ampio giardino antistante la villa vennero realizzati un campo da tennis e la prima piscina privata riscaldata della città e all’interno, tra le innumerevoli opere d’arte e le centinaia di libri antichi, si celano ascensori, citofoni e porte blindate.

La veranda invernale, foto di arenaimmagini.it 2014 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Nel piano seminterrato – che oggi ospita una sala conferenze e una mostra permanente sulla villa e la storia della famiglia Necchi-Campiglio – si trovavano originariamente la cucina, la sala da pranzo per la servitù e altri locali di servizio, come bagni e spogliatoi per il campo da tennis.

La biblioteca, foto di arenaimmagini.it 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Dall’ingresso principale si accede al piano rialzato, adibito al ricevimento degli ospiti e alla socialità. Sulla sinistra la biblioteca, i salotti e la veranda invernale, forse la stanza più affascinante della casa per le caratteristiche serre incastonate tra i doppi vetri, i colori dei marmi della pavimentazione e le raffinate geometrie delle porte blindate che fungono da elementi d’arredo.

Il fumoir e la sala da pranzo, foto di arenaimmagini.it 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Sulla destra il fumoir e la sala da pranzo, realizzati a metà del secolo dall’architetto Tommaso Buzzi che, ornando gli spazi con elementi d’arredo come caminetti classicheggianti e arazzi del XVI-XVII secolo, ha addolcito la linearità di Portaluppi. Adiacenti alla sala da pranzo i locali di servizio, la fucileria e lo studio di Angelo Campiglio.

La scala, foto di Barbara Verduci 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Un’imponente scala in stile art-déco conduce dall’ingresso al piano superiore, dove si trovano i due appartamenti padronali, forniti ciascuno di camera da letto, guardaroba e monumentali sale da bagno in marmo, con doccia, vasca e doppio lavabo.

Il bagno padronale, foto di arenaimmagini.it 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Dal disimpegno si accede alle due camere degli ospiti, entrambe con bagno e guardaroba privato: la camera del Principe (così chiamata perché vi alloggiava Enrico d’Assia, che lavorava spesso come scenografo e costumista al Teatro alla Scala) e la camera della Principessa (utilizzata da Maria Gabriella di Savoia, amica delle sorelle Necchi). Sullo stesso piano un locale adibito a stireria e la stanza della guardarobiera – l’unica domestica che alloggiava al piano padronale, per essere sempre a disposizione della famiglia – mentre gli alloggi della servitù erano situati nel sottotetto, una zona dove oggi si trovano uffici non accessibili ai visitatori.

La camera del Principe, foto di arenaimmagini.it 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano

Oltre agli arredi originali, le statue e i quadri acquistati dalla famiglia Necchi Campiglio, la villa ospita tre importanti donazioni: la raccolta di opere d’arte del primo Novecento di Claudia Gian Ferrari, quella di dipinti e arti decorative del XVIII secolo di Alighiero ed Emilietta De’ Micheli e quella di opere su carta della prima metà del Novecento di Guido Sforni.

Villa Necchi Campiglio è accessibile dal mercoledì alla domenica, dalle ore 10.00 alle ore 18.00, anche grazie al prezioso contributo dei volontari del FAI che accolgono e guidano il pubblico durante la visita.

Alcune opere della veranda, foto di arenaimmagini.it 2021 ©FAI – Fondo per l’Ambiente Italiano