Da Lucia a Lucie, ‘Lucie de Lammermoor’ al Teatro Sociale di Bergamo

Fondazione Teatro Donizetti – Teatro Sociale di Bergamo

15, 18, 26 novembre e 1 dicembre 2023

di Chiara Grace Di Vito

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

Della Lucia di Lammermoor – celebre dramma tragico in tre atti di Gaetano Donizetti, su libretto di Salvadore Cammarano, eseguito nella sua originaria versione napoletana del 1835 – vi abbiamo già parlato, ma non potevamo perdere l’opportunità di ascoltare anche la versione francese dell’opera che la Fondazione Donizetti di Bergamo, in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna, ha messo in scena al Teatro Sociale di Bergamo nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023.

 

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

La Lucie de Lammermoor vide la luce il 6 agosto 1839 al Théâtre de la Renaissance di Parigi, quattro anni dopo il debutto della versione italiana. «Chiariamo subito – spiega Alberto Mattioli nelle note di sala – che Lucia e Lucie sono due opere diverse, benché la seconda derivi dalla prima». Ci si trova di fronte, infatti, a una «riscrittura d’autore, drammaturgica e musicale». Fu lo stesso Donizetti a voler portare nella capitale francese quest’opera in una veste che rispondesse ai requisiti specifici richiesti dal teatro e dal pubblico parigino, primo fra tutti l’uso della lingua francese. La realizzazione del libretto venne affidata a Alphonse Royer e Gustave Vaëz che non si limitarono a tradurre il testo originale ma, con il benestare del compositore, apportarono diverse modifiche: Lucie è l’unica donna in scena (scompare Alisa, la damigella di Lucia), Raimondo (educatore e confidente di Lucia) viene relegato al ruolo di ministre protestant e, rispetto al Normanno della versione italiana, il personaggio di Gilbert si prende gioco della protagonista fingendosi suo complice. Lucie, dunque, è sin da subito sola e in netta contrapposizione con il gruppo delle figure maschili che la circondano. La società in cui vive, la famiglia stessa da cui proviene, non provano alcuna compassione nei suoi confronti, incapaci di accettarla come persona dotata di libero arbitrio. Dal punto di vista musicale non si vedono particolari stravolgimenti (se non per i necessari adeguamenti dovuti all’uso della lingua e per la sostituzione di ‘Regnava nel silenzio’ con la cavatina della Rosmonda d’Inghilterra), ma è la sintesi compiuta dagli autori dal punto di vista drammaturgico a rendere Lucie de Lammermoor un vero e proprio capolavoro.

 

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

La messa in scena al Teatro Sociale di Bergamo a cui abbiamo assistito (1 dicembre), ha visto Caterina Sala nei panni della protagonista. La giovane soprano (classe 2000) si è dimostrata una Lucie dalla considerevole presenza scenica e dalla vocalità promettente, malgrado l’evidente fatica negli acuti dovuta a problemi di salute non ancora del tutto risolti (e che l’hanno costretta a interrompere la prima). Il baritono Vito Priante è stato un Henri Ashton d’eccellenza, notevoli le sue capacità attoriali e la mimica facciale che dalla platea è stato possibile osservare con piacere. Il basso-baritono Roberto Lorenzi, ormai di casa al Donizetti di Bergamo, è stato un Raimond convincente sia nella vocalità che nell’interpretazione. Con loro sul palco i tenori Patrick Kabongo (Edgard Ravenswood), Julien Henric (Sir Arthur) e David Astorga (Gilbert). 

 

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

Il Coro dell’Accademia Teatro alla Scala, diretto dal maestro Salvo Sgrò, si è dimostrato un co-protagonista capace e vocalmente preparato. Alla direzione dell’Orchestra Gli Originali il maestro Pierre Sumoussaud.

 

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

La regia è stata affidata a Jacopo Spirei, con le scene di Mauro Tinti e i costumi di Agnese Rabatti. Sullo sfondo la foresta. Disseminati sul palco pochi oggetti (un albero, delle panchine, un’auto da rottamare). Una messa in scena pulita ed efficace. Il messaggio è chiaro: non servono orpelli, la storia di Lucie parla da sola. Agli applausi un paio di scarpe rosse, per dire no alla violenza sulle donne. Sebbene ambientata à la fin du dix-septième siécle la storia di Lucie è ancora troppo attuale.

 

Lucie de Lammermoor, foto di Gianfranco Rota 2023 © Fondazione Teatro Donizetti

 

LUCIE DE LAMMERMOOR

Opéra en trois actes

di ALPHONSE ROYER e GUSTAVE VAËZ

Musica di GAETANO DONIZETTI

Prima esecuzione: Parigi, Théâtre de la Renaissance, 6 agosto 1839

Direttore PIERRE DUMOUSSAUD

Regia JACOPO SPIREI

Scene EDOARDO SANCHI

Costumi MAURO TINTI

Light designer GIUSEPPE DI IORIO

Assistente alla regia ALESSANDRO PASINI

Personaggi e interpreti

Henri Ashton | Vito Priante

Edgard Ravenswood | Patrick Kabongo

Sir Arthur | Julien Henric

Gilbert | David Astorga

Raimond| Roberto Lorenzi

Lucie | Caterina Sala

Orchestra Gli Originali

Coro dell’Accademia Teatro alla Scala | Maestro del coro SALVO SGRÒ

Nuovo allestimento della Fondazione Teatro Donizetti in coproduzione con la Fondazione Teatro Comunale di Bologna